Alla scoperta dell'"altra" Trastevere

lunedì 16 settembre 2013

Esiste una Trastevere nota a tutti, stracolma di locali e ristoranti, frequentata dai turisti ad ogni ora del giorno e della notte. Esiste poi un'altra Trastevere, appartata e silenziosa, sconosciuta ai più. Non si concede facilmente, ma sa regalare scorci di "colore" non meno suggestivi. Per scoprirla, basta attraversare una strada.



Nelle intenzioni dei progettisti, Viale Trastevere sarebbe dovuto diventare il primo boulevard di Roma, una via privilegiata e moderna da percorrere rapidamente per raggiungere i quartieri situati dalla parte opposta del Tevere. I risultati a dire il vero sono stati alquanto modesti. La qualità architettonica degli edifici che si affacciano sul viale è discontinua e di basso livello.

Non solo. L'apertura di Viale Trastevere ha irrimediabilmente spezzato in due il rione, come una cesoia, in maniera totalmente arbitraria e senza un minimo di rispetto per edifici e monumenti preesistenti. Anche la progettazione dell'intervento fu un po' all'acqua di rose, e guidata più dall'improvvisazione e dalla fretta di dotare Roma di una serie di arterie importanti, adeguate al ruolo di Capitale e di città moderna.

Il rione diviso in due ha goduto negli anni di alterne fortune. Una parte, quella in cui si trovano Piazza Santa Maria in Trastevere e Piazza Trilussa, è quotidianamente presa d'assalto dai turisti, mentre l'altra parte, la porzione più piccola è oggi per lo più snobbata. E questo, da molti punti di vista, costituisce un vantaggio.

Eccovi alcune foto che rendono giustizia a questa parte bellissima di Trastevere, con i suoi vicoletti silenziosi. Nonostante proprio qui il piccone abbia infierito in maniera criminale (alcuni interventi di sventramento mettono letteralmente i brividi), i luoghi e gli scorci ricchi di fascino non si contano.

L'acquasantiera

sabato 14 settembre 2013

L'Angelo che sorregge l'acquasantiera (interno della chiesa di Sant'Agostino).

28/08/2013

Palazzo Pio Righetti e l'antico Teatro di Pompeo

giovedì 12 settembre 2013

Attorno a Campo de' Fiori gravitano alcuni tra i più bei palazzi di Roma. Basti pensare a Palazzo Farnese, Palazzo Spada, Palazzo della Cancelleria. In questo elenco rientra anche il meno conosciuto (e orrendamente sottovalutato) Palazzo Pio Righetti, la cui spettacolare facciata dà sulla laterale Piazza del Biscione. Il palazzo sorge sui resti dell'antico Teatro di Pompeo, una delle meraviglie della Roma che fu. Nonostante la sua storia si sia persa nell'oblio, non si trattava certo di un teatro qualunque. Era infatti il più grande teatro di tutta Roma, talmente grande da spingersi addirittura fino all'area oggi occupata da Largo Argentina! La scena era completamente circondata da un imponente portico e chiusa da un tempio dedicato a Venere Vincitrice, ubicato grossomodo in corrispondenza dell'attuale facciata di Palazzo Pio Righetti. Ma in una città come Roma la memoria non è mai del tutto perduta.


Come nel caso di Piazza Navona, anche qui gli edifici costruiti nei secoli successivi sono sorti sulle fondamenta di epoca romana. Si possono ricercare tracce del Teatro di Pompeo nell'andamento curvo degli edifici della retrostante Via di Grotta Pinta. Altri resti del teatro si possono rinvenire all'interno dell'Hotel Teatro di Pompeo, e nell'ex Curia di Bacco, enoteca oggi chiusa per cambio gestione. Su streetview possiamo ammirare il profilo degli edifici che riprende il perimetro del Teatro. Provare per credere...

Il Ninfeo della Nascita di Venere a Palazzo Santacroce

martedì 10 settembre 2013

Appare all'improvviso, inaspettata, dietro una cancellata, sul fondo di un cortile. Uno dei più bei ninfei di tutta Roma, sconosciuto ai più, si trova all'interno del Palazzo Santacroce, in Vicolo dei Catinari, una traversa di Via dei Giubbonari. Attribuito ad Alessio de Rossi, il bellissimo gruppo scultoreo raffigura Venere che esce da una conchiglia sorretta da delfini e puttini alati. La composizione è inserita entro una nicchia racchiusa in un'alta edicola ad arco, sovrastata dallo stemma cardinalizio dei Santacroce sostenuto da pilastri dorici con telamoni.

Roma non è mai avara di sorprese, per chi ha la curiosità di guardarsi attorno. Fortunatamente il cortile che custodisce il ninfeo è di norma sempre aperto e accessibile a tutti.

La Fontana delle Tartarughe in Piazza Mattei

lunedì 9 settembre 2013

Forse nessuna tra le fontane di Roma (a parte ovviamente la Fontana di Trevi) si identifica così tanto con la piazza che la contiene da prendersi tutta la scena. Ci troviamo nel cuore del Ghetto, in Piazza Mattei, uno di quegli spazi che hanno conservato il proprio carattere intimo e accogliente, sfuggendo alle trasformazioni urbanistiche e alle demolizioni dei secoli successivi. A tal proposito viene subito alla mente il caso della Fontana del Tritone, capolavoro del Bernini, che purtroppo non ha avuto la stessa fortuna e che ossi si trova dispersa al centro dello sproporzionato slargo di Piazza Barberini, sommersa da un fiume di auto in transito. Non è fortunatamente questa la sorte che è toccata alla Fontana delle Tartarughe, che ancora oggi, insieme con la piazzetta che la racchiude, costituisce uno degli ambienti più caratteristici e ricchi di fascino di tutta Roma.

E' davvero un piacere passeggiare per le stradine del ghetto e imbattersi in modo casuale in questa fontana, introdotta solo dal rumore dell'acqua in lontananza. Essa fu realizzata nel 1581 da Taddeo Landini su disegno originario dello "specialista" Giacomo della Porta. Tuttavia, rispetto alle altre fontane del Della Porta, questa è decisamente più articolata, prevedendo la presenza di ben quattro statue bronzee. Fu la famiglia Mattei, il cui palazzo affaccia proprio su questa piazza, a finanziarne la costruzione. Il risultato è un capolavoro di squisita fattura ed eleganza, un gioiello incastonato al centro della piazza.

San Salvatore in Lauro, uno scrigno di tesori

sabato 7 settembre 2013

Appartata, quasi timida, in una piazzetta all'angolo di Via dei Coronari, la chiesa di San Salvatore in Lauro regala al visitatore enormi sorprese. Quello che vedete qui sopra è un particolare del bassorilievo che si trova sopra la porta che dal chiostro conduce al cortile, raffigurante la Liberazione di San Pietro. L'opera risale al cinquecento ed è riferibile a Vincenzo de Rossi. In origine si trovava in una cappella dell'antica chiesa, ma fu trasferita qui a seguito di un gravissimo incendio che rese necessario un radicale intervento di ristrutturazione.

Per ammirarla, uscendo dalla chiesa, si accede al chiostro da una porticina sulla destra (citofonare al custode).

La madonnela di Via Mario dei Fiori

giovedì 5 settembre 2013

Madonnella in Via Mario dei Fiori (copia della Madonna dell'Archetto).

30/08/2013

Nel cuore dell'antico ghetto: Piazza delle Cinque Scole

mercoledì 4 settembre 2013

Quest'oggi ci troviamo nel cuore dello stupendo ghetto ebraico, a pochi metri dalla Sinagoga. Piazza delle Cinque Scole prende il nome dalle cinque sinagoghe, o Scole (Italiana, Siciliana, Catalana, Nova e Castigliana), che un tempo si trovavano all'interno del ghetto, racchiusi in un unico edificio, oggi demolito. La piazza risulta ancora oggi molto suggestiva, sebbene gli interventi urbanistici novecenteschi abbiano lasciato ferite ingenti. La fontana inquadrata in primo piano sulla sinistra è opera di Giacomo della Porta.


In origine si trovava nella scomparsa Piazza Giudia, che si apriva poco distante da qui, e che finì di fatto "smembrata" a seguito delle demolizioni. A ricordare la precedente posizione della fontana vi è un motivo marmoreo "disegnato" sui sampietrini che si apre lungo Via del Portico d'Ottavia. Qui, con un po' di fantasia, potrete immaginare la presenza della scomparsa Piazza Giudia...

Entrare in un cortile e ritrovarsi nello studio di Fuksas

martedì 3 settembre 2013

In Piazza del Monte di Pietà mi spingo a curiosare all'interno di Palazzo Alibrandi Cavalieri, il cui portone era aperto. Entro e rimango sorpresa nel ritrovarmi immersa in un bellissimo cortile con ballatoi a tre ordini, scandito da colonnine, strabordante di piante. Le eleganti proporzioni sembrerebbero suggerire una origine tardorinascimentale, sebbene l'attuale aspetto del palazzo risulti frutto di numerosi rimaneggiamenti successivi. Mi spingo a ficcare il naso al primo piano, e qui la sorpresa è massima quando leggo su un vetro sei lettere adesive di colore rosso a comporre una parola: FUKSAS. No, non è un caso di omonimia, sono capitata proprio nel palazzo in cui ha sede lo studio dell'architetto Massimiliano Fuksas!

Una ragazza suona alla porta ed entra, e io ne approfitto per sbirciare all'interno...

Quale sorte per il Palazzo della Civiltà Italiana?

lunedì 2 settembre 2013

Fresco di restauro, se ne sta lì malinconicamente chiuso e ancora circondato dalle transenne. Doveva diventare un museo del Made in Italy, con spazi espositivi dedicati a mostre e un ristorante sulla terrazza. "Tutto pronto per il 2012" assicuravano i giornali, ricordando anche i costi dell'operazione (restauro e allestimento) "48 milioni di euro, di cui 14 dal Ministero dei Beni Culturali". Siamo arrivati al 2013 e i lavori di allestimento non sono nemmeno iniziati. Il "Colosseo quadrato" è chiuso, inaccessibile a chiunque. In giro lì fuori non c'è anima viva.


E' desolante vedere come in Italia non si riesca mai a realizzare qualcosa con una tempistica certa. Vi riassumo la storia recente. Dopo i titoli enfatici e trionfalistici dei giornali, sul "Colosseo quadrato" cala una cortina di nebbia, un oblio lungo un anno. Poi arriva finalmente una notizia: il palazzo è stato dato in gestione al Gruppo Fendi-Arnault, con un contratto di quindici anni e un canone fissato a 240 mila euro al mese. Apriti cielo. La stampa nazionale, che fino ad allora aveva ignorato le sorti del palazzo, si infervora con titoli che suonano più o meno così: "i francesi si prendono il Palazzo della Civiltà Italiana".

Ora, anche a me avrebbe fatto piacere che si fosse realizzato il museo del Made in Italy. Ma se il progetto è naufragato, cosa possiamo farci? In un paese come l'Italia, in cui nulla è più definitivo del provvisorio, ben venga qualsiasi cosa, purché sia certa. Il Colosseo quadrato verrà gestito da un gruppo internazionale affidabile e che comunque fa riferimento a una maison romana (Fendi). Da parte mia è certamente il benvenuto.

In fin dei conti aspettiamo solo di poter entrare in questo magnifico palazzo che il paese civile in cui viviamo ha segregato e tenuto improduttivo per quasi un secolo. Chiediamo troppo?

La fontanella davanti al Monte di Pietà

giovedì 29 agosto 2013


Di fontane a Roma ce n'è in grande quantità, e questa che campeggia mestamente sulla facciata del Palazzo del Monte di Pietà non è certo tra le più rilevanti dal punto di vista artistico. L'edificio, fino a qualche tempo fa, era intonacato di un bel marrone-ocra caldo che contribuiva a darle un po' di contrasto e vivacità. Oggi il Monte di Pietà è stato restaurato e intonacato di bianco, e la fontana non ne ha certo tratto beneficio, risultando più "fredda". Ad ogni modo, nel caldo torrido dell'estate romana, una bella bevuta è proprio quel che ci vuole...

Pappagallo romano in autodeplumazione

mercoledì 28 agosto 2013

Ho l'impressione che questo blog stia diventato un po' troppo serioso. Quindi mi concedo un break con questo post defatigante dall'argomento apparentemente disimpegnato (ma dietro il quale si cela un piccolo dramma animale).

Il bellissimo pappagallo Ara che vedete nella foto se ne stava placidamente appollaiato su un trespolo, all'angolo di Via del Parione, intento ad autodeplumarsi. "Autodeplumazione" è lo scioglilingua che indica una sindrome, molto comune nei pennuti (e in particolar modo nei pappagalli Ara), che li spinge a strapparsi le penne col becco. Le cause di questa azione masochistica sono le più disparate, stress, caldo eccessivo, gelosia, nostalgia. Non lo sapevate? Anche i pappagalli hanno un cuore e soffrono di depressione!

ps. nonostante l'evidente saudade, il pappagallo ha risposto (con leggero accento romano) al mio saluto.

Il "grattacielo" di Piazza Campitelli

martedì 27 agosto 2013

Ho una vera passione per le finestre degli edifici storici, specie quando hanno architravi e frontoni riccamente decorati. A Roma ne esistono di varie tipologie, e tra queste le più variegate e vivaci sono riferibili all'epoca barocca. La foto qui sopra mostra un dettaglio dell'edificio del Convento di Santa Maria in Campitelli, realizzato nel settecento in stile barocchetto. L'edificio si trova accanto alla chiesa omonima, che dà anche il nome alla piazza, una delle più belle del ghetto. Non ricordo bene dove, ma in un testo che mi capitò sotto mano questo edificio veniva definito scherzosamente "il grattacielo". In effetti il palazzo ha una sopraelevazione che lo rende più alto rispetto a tutti gli altri palazzi che si affacciano sulla piazza.

Piazza Navona: un teatro, una fiera, un'allegria!

lunedì 26 agosto 2013

Gioacchino Belli, in un suo celebre sonetto, la paragona a una campagna, a un teatro, a un'allegria. Le mamme di Roma ci portano i bambini a passeggio, come fosse un parco giochi. Per me è, semplicemente, la più bella piazza di Roma. Uno dei pochi luoghi della città in cui ti senti veramente in pace con te stessa, in cui puoi sederti su una panchina ammirando la Fontana dei Fiumi, mangiarti un gelato in tutta tranquillità e passarci una mattina intera, se ne hai voglia.

Aveva ragione il Belli, questa piazza è un teatro. Te ne accorgi quando ti guardi in giro e vedi pittori, caricaturisti, artisti di strada. Non il rumore di una macchina e nemmeno gente nevrotica in perenne ritardo. Qui la gente passeggia e ha sempre il sorriso sulle labbra, romani e turisti, grandi e bambini. Qui gli unici rumori che si sentono sono il suono dell'acqua delle fontane, il vociare dei camerieri, il tintinnio di piatti e forchette dei bar e dei ristoranti. In quale altro luogo della città puoi goderti una situazione simile?

Un salotto, ecco cosa è Piazza Navona. Un salotto sfarzoso, dalla bellezza sonante, eppure un luogo inclusivo, per nulla scostante. Lo spettacolo barocco trova qui una dimensione intima perfetta. I palazzi, anche quelli più "importanti", hanno comunque una loro sobrietà e compostezza. Laggiù, in fondo, hanno un andamento curvo, che ricalca il profilo dello Stadio di Domiziano, e che sembra abbracciarti e accoglierti non appena ti avvicini. Ci sono terrazzini deliziosi che dio solo sa cosa pagherei per potermici affacciare.

Avvistamenti artistici in Via dei Coronari

sabato 24 agosto 2013

Passeggiando lungo Via dei Coronari con il naso all'insù mi imbatto in questa edicola sacra posta in un angolo del Palazzo Lancellotti. In realtà si tratta di una coppia di "madonelle" (ce n'è una identica all'altro angolo del palazzo) di squisita composizione e fattura. A proposito di Palazzo Lancellotti (da non confondere con l'omonimo palazzo che si affaccia su Piazza Navona): se avete la fortuna di trovare il portone aperto, non esitate ad entrare... il cortile interno è magnifico! Dalla collezione privata custodita in questo palazzo proviene il celebre Discobolo Lancellotti, che oggi potete ammirare nel Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo. Si tratta di una delle copie dell'originale statua bronzea di Mirone e risale al II secolo a.C.

La fontanella della botte a Trastevere

venerdì 23 agosto 2013

L'abbiamo vista tante volte riprodotta nelle cartoline o ripresa in qualche vecchio film in bianco e nero. Si tratta di una delle "fontanelle" più caratteristiche e iconiche di Trastevere. Ebbene, guardandola direste mai che questa fontana è stata realizzata appena 86 anni fa? Eppure è proprio così! Essa fu commissionata all'architetto Pietro Lombardi nel 1927 insieme ad altre sette "fontanelle rionali" sparse per il centro. Il motivo della botte non fu certo scelto a caso. Una delle caratteristiche del rione Trastevere era infatti la presenza di un gran numero di osterie e fraschette che servivano vino alla mescita. Ancora oggi nel rione ve ne sono un gran numero, sebbene nel tempo abbiano perso la peculiare caratteristica di osterie popolari a vantaggio di una maggiore vocazione turistica. La Fontana della Botte si trova in Via della Cisterna, subito dietro a Piazza San Calisto.

San Silvestro in Capite, il cortile delle meraviglie

giovedì 22 agosto 2013

Dopo una traversata degna di "mezzogiorno di fuoco" in Piazza San Silvestro, ripariamo all'interno della chiesetta di San Silvestro in Capite in cerca di un po' di fresco. Non lasciatevi ingannare dalla modesta facciata timidamente incastonata in un angolo del palazzo delle Poste. Da essa si accede a un sorprendente e inaspettato cortile decorato con bassorilievi, epigrafi, sarcofagi, tombe marmoree e colonne antiche, a comporre uno degli angoli nascosti (e sconosciuti) più suggestivi di Roma. Appartato e accogliente, questo spazio restituisce una dimensione intima e a misura d'uomo che appena fuori di qui sembra essersi persa.

La Fontana dell'Acqua Paola al Gianicolo

mercoledì 21 agosto 2013

Scorcio della Fontana dell'Acqua Paola dall'Ambasciata d'Irlanda, a Villa Spada.

20/08/2013

La maestosità dei palazzi del Ghetto

martedì 20 agosto 2013


Nonostante sia per lo più snobbato dai turisti, l'ex Ghetto è senza dubbio una delle zone del centro di Roma più interessanti dal punto di vista architettonico. Qui è possibile notare il contrasto tra i vicoli popolari e la maestosità dei palazzi appartenuti a grandi e ricche famiglie.

Il cortile di Palazzo Mattei (foto in alto) è uno dei più belli di tutta Roma. Entrandovi dal portale (per fortuna sempre aperto) in via dei Funari nulla lascerebbe presagire un simile splendore. Esso si presenta a tre ordini, completamente ornato di statue e bassorilievi antichi. Purtroppo il cortile era parzialmente inaccessibile per restauri, così ho potuto scattare una sola foto.


Nonostante questa zona del centro di Roma sia relativamente povera di monumenti di grande richiamo (eccezion fatta per il Teatro Marcello, che comunque si trova ai margini del ghetto) essa presenta un tono architettonico altissimo. Gli edifici degni di nota nel ghetto non si contano. Tra questi Palazzo Costaguti (che all'interno custodisce affreschi del Cavalier d'Arpino, maestro del Caravaggio), Palazzo Serlupi Caetani Lovatelli e il Palazzo Cenci Bolognetti, i cui nomi delle famiglie proprietarie sono scolpiti sulla sommità dei portali marmorei.

Jonathan's Angels

lunedì 19 agosto 2013

Qualche giorno fa ero a Piazza del Fico, affrontando Stige con in mano un bicchiere di centrifugato di anguria, quando imboccata casualmente Via della Fossa mi imbatto in una coppia di figurine davvero deliziose. Due testine di angioletti con gli occhi colorati che spuntano fuori dal muro di un edificio semi-diroccato. A fianco (forse non a caso) il portone del Jonathan's Angels, uno dei più caratteristici e stravaganti pub di tutta Roma. Chi non c'è mai entrato almeno una volta rimarrà sorpreso dall'atmosfera onirica, surreale che vi si respira e dall'arredamento pastiche piacevolmente kitsch, con i bagni ricavati all'interno di una fontana d'epoca! Di angeli, tra dipinti e statuette, ce n'è in grande quantità. Presto ci faremo un salto...

La madonnella di Piazza di Tor Sanguigna

sabato 17 agosto 2013

Strano destino quello delle madonnelle. Nate come forma di devozione alla madonna, queste opere di arte minore popolare sono oggi celebrate addirittura nelle guide turistiche, per il "colore" che donano a taluni scorci. In realtà quello che ammiriamo sono per lo più le cornici (come questa spettacolare composizione di puttini alati realizzata in stucco nel settecento). Molte tele, esposte alle intemperie e ai danni del tempo, sono arrivate a noi in condizioni pietose. Alcune, per la verità, non sono nemmeno arrivate, essendo state trafugate nel corso dei secoli. Poco male, perché generalmente le tele sono di modesta fattura, mentre le composizioni a stucco risultano assai gradevoli. Qui ci troviamo in Piazza di Tor Sanguigna, alle spalle di Piazza Navona, giusto all'inizio di Via dei Coronari.

Memorie del medioevo: Piazza Margana

venerdì 16 agosto 2013

Si stenta a credere che questa graziosa piazzetta incastonata tra i vicoli del ghetto fu un tempo una sorta di "feudo" inavvicinabile di una delle famiglie più spregiudicate e potenti di Roma, i Margani. Ancora oggi le tracce della loro presenza si possono ritrovare nell'isola di edifici inquadrati dalla foto, esempio di dimora fortificata medievale, che nonostante le modifiche successive conserva ancora un fascino antico (si riconosce, sulla destra, una torre smozzicata). I restanti palazzi che si affacciano sulla piazza, sono invece posteriori e risalgono al seicento e al settecento. Essi sono appartenuti ad altre importanti famiglie romane che nel tempo si sono stabilite qui, e contribuiscono a dare un tono di sobria nobiltà ed eleganza alla piazza. Anche il portale, che si apre sugli edifici dei Margani, sembra voler contribuire alla causa. Nel complesso la piazzetta risulta essere una delle più godibili di tutta Roma. Segno che non sempre il passaggio dal medioevo all'età moderna ha avuto esiti traumatici. Sebbene Piazza Margana sia un patchwork di diverse epoche la coerenza archittettonica è garantita. E in giro non si vedono auto: un piccolo miracolo.

Un nuovo laboratorio di restauro a Via dei Coronari

giovedì 15 agosto 2013

Non è certo un buon momento per le botteghe artigiane storiche, alle prese con il calo del fatturato e gli affitti insostenibili dei locali commerciali. Il settore è stato letteralmente falcidiato dalla crisi, e lentamente sta scomparendo, portandosi via per sempre un bagaglio culturale e storico irripetibile. Ma non tutto sembra perduto.

Girovagando attorno a Via dei Coronari mi imbatto per caso in questa graziosa porticina decorata con gusto: Alchimia Restauri. In questo caso però si tratta di una attività di recente apertura (o almeno così sembra) e la cosa non può che farmi piacere! Su internet scopro che si tratta di un gruppo di restauratrici che realizza interventi di conservazione di tele, cornici, stucchi e sculture. Andremo a trovarle presto!

La Bella e la Bestia versione post-moderna

mercoledì 14 agosto 2013

Appartata in una piazzetta lungo la rinascimentale Via dei Coronari si trova la chiesa di San Salvatore in Lauro. Il curioso nome si riferisce probabilmente a un boschetto di alloro che anticamente si trovava da queste parti. La chiesa custodisce anche un bellissimo chiostro rinascimentale, a due ordini di colonne (vi si accede tramite una porticina che si apre di lato). In fondo al chiostro si apre anche un piccolo cortiletto, che contiene, come uno scrigno prezioso, bassorilievi antichi e sculture moderne.


NB: Non ho la più pallida idea di chi sia l'autore di quest'opera ma l'accostamento è quantomeno curioso. Il titolo del post è di pura fantasia.

Girovagando per la città in un'estate di crisi

martedì 13 agosto 2013

Lungo Via dei Pettinari, la strada che da Ponte Sisto conduce alla chiassosa Via dei Giubbonari, si trova la Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini. La maestosa facciata che si affaccia sulla piazza omonima è opera di Francesco de Sanctis, lo stesso architetto che firmò il progetto della Scalinata della Trinità dei Monti. Non molti sanno che, a fianco alla chiesa, laddove oggi campeggia un orrendo edificio moderno adibito ad autorimessa, si trovava un tempo un grande ospizio che assisteva i pellegrini giunti a Roma in occasione degli anni santi.

Di quel complesso non esiste più alcuna traccia, se non un brandello di edificio (nella foto sopra, alla sinistra) su cui è posta questa cassetta delle elemosina. Curiosità, ci troviamo proprio davanti all'isola di edifici del Monte di Pietà, nato come "congregazione di persone facoltose, che prestassero ai Poveri denari sopra i pegni, rendendogli senza interesse alcuno al restituire de' denari", e il cui fronte principale affaccia sulla omonima piazza restrostante.

Largo degli Acetari, dove osano i gatti

lunedì 12 agosto 2013

Ok, stavolta non li abbiamo trovati, ma possiamo assicurarvi che questa deliziosa piazzetta nascosta nel dedalo di viuzze del centro di Roma è sovente frequentata da simpaticissimi gatti, sia domestici che selvatici, alla cui cura provvedono gli abitanti delle casette.

Ci troviamo in uno degli angoli più caratteristici e inaspettati di Roma, residuo delle preesistenze medievali del Rione Parione (come si indovina dalla presenza delle scalette esterne agli edifici e dei ballatoi). Un angoletto miracolosamente scampato al piccone demolitore, in piena fase di rinnovamento edilizio, nel corso del 1500. Lo slargo ha le fattezze di una piazza di paese, con gli edifici medievali che, seppur rimaneggiati, conservano ancora intatto il proprio fascino. Per raggiungerlo, da Campo de' Fiori basta prendere via del Pellegrino e percorrerla per pochi metri. Al civico 19 si aprirà un arco buio e assai poco invitante. Percorretelo per qualche metro e vi ritroverete di colpo immersi in un'altra dimensione. Lo stupore è garantito!